Risonanza magnetica: di cosa si tratta?Redazione20 Agosto 20233 visiteLa salute passa da noi0 Commenti3 visite 0 La risonanza magnetica è una tecnica diagnostica molto utile alla valutazione fisica degli sportivi e non, che fornisce immagini dettagliate del corpo attraverso un campo magnetico e onde a radiofrequenze. Si tratta di una metodica non invasiva che sfrutta i campi magnetici, totalmente innocui per l’uomo, a differenza della TAC in cui si usano i raggi X. L’assenza di radiazioni ionizzanti la rende completamente sicura ed adatta anche per la ripetizione di esami anche a breve distanza di tempo. Per sottoporsi alla risonanza, il paziente viene a trovarsi all’interno di un campo magnetico molto forte (anche 10.000-15.000 volte superiore al campo magnetico terrestre) affinché gli atomi che costituiscono il nostro organismo (i protoni) acquistino energia e si orientino sulla base dell’andamento dello stesso campo magnetico. Nel momento in cui quest’ultimo viene disattivato, gli atomi tendono a tornare al loro orientamento naturale, cedendo così l’energia accumulata ed emettendo un segnale. Grazie all’adozione di sistemi sofisticati, viene intercettato tale segnale e trasformato in immagini di risonanza magnetica. Risonanza magnetica: per cosa si esegue? Nata originariamente per studiare il sistema nervoso centrale, la risonanza magnetica viene oggi utilizzata per esaminare tutti i distretti corporei: addome, torace, articolazioni, muscoli, sistema scheletrico e articolare ed eseguita per indagare su malattie infettive, infiammatorie, tumorali, patologie traumatiche e degenerative. Accade spesso che la risonanza magnetica diventi una metodica complementare alla Tac che mantiene un ruolo primario per l’approccio di diverse patologie, approfondite poi attraverso la risonanza. Altre volte, invece, è una metodica alternativa alla Tac. Risonanza magnetica aperta: come si svolge l’esame? La risonanza magnetica aperta è una variante dell’esame di risonanza magnetica che presenta alcune caratteristiche distintive rispetto alla tradizionale risonanza magnetica a tubo chiuso. Invece di essere immerso all’interno di un cilindro cavo stretto e lungo, il paziente viene posizionato su un lettino che scorre all’interno di un’apparecchiatura aperta a forma di “C”. Questo design aperto offre diversi vantaggi che rendono l’esame più confortevole per molti pazienti. Uno dei vantaggi principali della risonanza magnetica aperta è che il paziente non è confinato in uno spazio ristretto e chiuso. Poiché non esiste un cilindro cavo che circonda il corpo del paziente, coloro che soffrono di claustrofobia o ansia possono sentirsi più a loro agio durante l’esame. La mancanza di confinamento spaziale contribuisce a ridurre la sensazione di claustrofobia e può rendere l’esperienza complessivamente meno stressante. Un altro aspetto positivo della risonanza magnetica aperta è che il lettino su cui è posizionato il paziente rimane stabile durante l’esecuzione dell’esame. Questo significa che non ci sono movimenti del lettino all’interno del macchinario durante la scansione, il che può contribuire a evitare eventuali disturbi o movimenti indesiderati che potrebbero compromettere la qualità delle immagini ottenute. Un altro punto rilevante è che la risonanza magnetica aperta tende ad emettere rumori meno invasivi rispetto alla risonanza magnetica tradizionale a tubo chiuso. Mentre i macchinari di risonanza magnetica tradizionali possono produrre suoni forti e intermittenti, la variante aperta spesso riduce l’intensità di questi rumori, contribuendo così a un’esperienza complessiva più tranquilla per il paziente. Inoltre, la risonanza magnetica aperta è adatta per una vasta gamma di pazienti, compresi quelli con dimensioni corporee più grandi o con limitazioni di movimento. Grazie al design aperto, è possibile acquisire immagini di alta qualità anche da pazienti che potrebbero avere difficoltà a entrare in un apparecchio di risonanza magnetica tradizionale. In sintesi, la risonanza magnetica aperta offre un’alternativa più confortevole e adatta a pazienti che potrebbero avere problemi di claustrofobia o disagio nei piccoli spazi. La combinazione di un design aperto, la stabilità del lettino, i rumori ridotti e la capacità di accogliere pazienti con diverse esigenze la rende una scelta preziosa per molte persone che necessitano di una risonanza magnetica. Risonanza magnetica: come prepararsi? Per sottoporsi alla risonanza magnetica a Brescia non è necessario essere accompagnati. Bisogna invece rimuovere: gioielli, piercing, reggiseno, occhiali, fermagli per capelli, orologio, cinture, apparecchi per l’udito, protesi dentarie mobili, cinti sanitari e busti. Inoltre, non è possibile portare all’interno del macchinario cellulari, carte di credito o qualsiasi altra tessera magnetica. E’ consigliato indossare indumenti senza bottoni automatici, chiusure lampo o altri parti metalliche. Tutti questi oggetti vanno rimossi poiché, essendo in metallo, possono interferire con l’acquisizione delle immagini, impedendo alle onde a radiofrequenza di penetrare all’interno dell’area del corpo da esaminare. Risonanza magnetica a Brescia: quando non è possibile eseguirla? La risonanza magnetica è sconsigliata alle donne in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre. I portatori di pacemaker, clip intracraniche per aneurisma e neurostimolatori dovrebbero valutare attentamente con il proprio medico la possibilità di sottoporsi a una risonanza, poiché i campi magnetici prodotti dall’apparecchiatura potrebbero ancora potenzialmente alterarne il funzionamento. Tuttavia, è importante evidenziare che oggi esistono tipologie di pacemaker che, se compatibili, consentono l’esecuzione dell’esame. Inoltre, è fondamentale considerare che l’esame di risonanza magnetica è controindicato per chi, a seguito di interventi chirurgici o incidenti, presenta nel corpo altre strutture metalliche di vario tipo, specialmente in prossimità di organi vitali. Sebbene vi siano pacemaker progettati per tollerare i campi magnetici, la presenza di metallo all’interno del corpo richiede sempre una valutazione approfondita prima di sottoporsi a una risonanza magnetica, per garantire la sicurezza del paziente durante l’esame.