Artrosi e infiltrazioniDott. Giovanni Simonini13 Gennaio 202131 visiteLa salute passa da noi0 Commenti31 visite 0 L’artrosi in generale è una situazione dolorosa nella quale vengono a mancare le cartilagini che fanno da cuscinetto tra le ossa in modo che queste non si possano toccare. Il principio è molto semplice da spiegare ma generalmente noi medici abbiamo il dannatissimo vizio di usare solo terminologie mediche che non fanno altro che metterti in crisi. L’artrosi è paragonabile ai cardini di una porta, quando la senti cigolare. Quando ciò avviene la prima cosa che fai è andare nel tuo ripostiglio, (o mandarci tuo marito), prendere la bomboletta di lubrificante per poi spruzzarlo in quantità sul cardine per far si che non cigoli più. L’infiltrazione ha lo stesso identico principio, un lubrificante che viene messo tra le ossa per far si che non ti possano fare male. Prima di tutto è bene rimarcare il fatto che l’infiltrazione è adatta solo nei primissimi stadi dell’artrosi e deve essere seguita costantemente dal tuo ortopedico, che ti saprà dire quando è giunto il momento di fare l’intervento. Avrai certamente sentito parlare dell’acido ialuronico perchè viene utilizzato molto anche nell’estetica. Non è un farmaco, in quanto è già presente nel liquido sinoviale (una sostanza prodotta dal nostro corpo che serve appunto alla lubrificazione delle giunzioni articolari). In questo caso l’infiltrazione viene denominata VISCOSUPPLEMENTAZIONE, ovvero si va ad aggiungere l’acido ialuronico nell’articolazione affetta da artrosi, questo perchè con l’artrosi viene diminuita la produzione di acido ialuronico. Un’altra sua caratteristica molto importante è che ne esistono di diversi tipi. Acido ialuronico a basso peso molecolare: è indicato per “normalizzare” l’ambiente articolare dove è presente il processo degenerativo e infiammatorio (ti ricordo che l’artrosi è un processo degenerativo, ovvero si ferma solo attraverso l’intervento). Acido ialuronico ad alto peso molecolare e crosslinkati: sono indicati per ottenere un ottimo effetto lubrificante. L’acido si utilizza quando il dolore è nello stadio iniziale e quindi non ancora troppo doloroso. E’ un trattamento di secondo livello a seguito di una sinovite Per un artrosi dolorosa quando ahimè l’intervento è controindicato oppure quando il paziente (ahitè!) rifiuta l’intervento. In alternativa agli antinfiammatori se controindicati, non tollerati o inefficaci Quali sono i benefici? I benefici sono anche a lungo termine e possono persistere da 6 mesi ad 1 anno. Riduce l’utilizzo di antinfiammatori Ripristina la composizione chimica dell’ambiente pericellulare Duratura riduzione del dolore Miglioramento della mobilità articolare Riduzione del versamento articolare Quali sono i tempi di somministrazione? La tempistica genericamente parlando è possibile eseguirla ogni 4 mesi. Cortisonici Qui entriamo nel mondo dei farmaci veri e propri. Ad oggi il cortisone è il più potente antinfiammatorio che abbiamo a disposizione e viene utilizzato in quei casi dove è prevalente il processo infiammatorio: Poliartrite reumatoide Psoriasi reumatica Gotta Anche la gonartrosi (artrosi del ginocchio), quando caratterizzata da un importante processo infiammatorio, beneficia della somministrazione intraarticolare di questi farmaci. Per il cortisone troviamo diversi principi attivi a seconda della tipologia del problema. I nomi come puoi immaginare sono lunghi e incomprensibili e indicarli non ha molto senso in quanto non vorrei farti cadere nell’autodiagnosi e di arrivare a cercare di capire quale sia quello più adatto a te. Solo l’ortopedico, dopo aver visionato tutta la documentazione e aver valutato la tua situazione deciderà cosa è meglio utilizzare nel tuo caso. I cortisonici sono consigliati per un breve periodo di tempo e vengono somministrati al massimo 3-4 volte all’anno e sempre ad almeno 3-4 settimane tra un trattamento e l’altro. Infiltrazioni di concentrato piastrinico o PRP È una tecnica abbastanza nuova che prevede l’infiltrazione di concentrato piastrinico dal sangue del paziente stesso. Essendoci un prelievo di sangue e la successiva preparazione del composto il procedimento è abbastanza lungo rispetto alle infiltrazioni con acido ialuronico e cortisonici. Rispetto al singolo incontro per una infiltrazione, questo procedimento prevede almeno 4- 5 incontri a seconda della patologia trattata per il prelievo, la preparazione e l’infiltrazione mentre nell’ultimo incontro si effettuano i test clinici e si preparano le schede di valutazione. Infine esistono diversi apparecchi per la preparazione del composto e questo rende molto difficile l’interpretazione dei risultati. Tant’è che ad oggi l’efficacia del concentrato piastrinico o PRP non è ancora stata dimostrata da nessuno studio scientifico. Personalmente credo che questa tecnica non sia, in ambito ortopedico, una soluzione che possa migliorare il tuo stato di salute, specialmente se lo analizziamo dal punto di vista costi/benefici: prevedendo questa tecnica 4-5 incontri, ha dei costi più alti rispetto alle classiche infiltrazioni e senza nessun risultato comprovato. Per concludere ribadisco il fatto che le infiltrazioni vanno utilizzate solo durante i primi stadi dell’artrosi e l’intervento è l’unica soluzione finale. Troppo spesso mi ritrovo casi di persone arrivate al limite del movimento o della sopportazione del dolore che hanno continuato per anni a fare infiltrazioni o esercizi come la piscina o la fisioterapia che non possono in alcun modo risolvere il problema ma solo spostarlo nel tempo. Arrivati a queste condizioni l’intervento diventa molto più complicato come i tempi di recupero. Capisco che un intervento non è mai una bella cosa, ma è bene ricordare che l’artrosi è un processo degenerativo e quindi non può essere fermato se non tramite l’intervento.