Il tumore della mammella è la neoplasia più frequentemente diagnostica nel sesso femminile e complessivamente si stima che una donna ogni nove si ammalerà di tumore al seno. In altri termini l’11% della popolazione femminile dovrà affrontare la diagnosi di tumore al seno. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati cica 55 mila nuovi casi di carcinoma della mammella, ovvero un terzo dei casi di neoplasia delle donne è rappresentato dai carcinomi della mammella. L’incidenza è sempre in lieve aumento tutti gli anni, probabilmente per fattori ambientali, con circa 0,3% nuove diagnosi in più rispetto all’anno precedente. Nel nord Italia l’incidenza di carcinoma mammario è più elevata rispetto al centro e al sud, anche in questo caso per fattori sociali-ambientali e per una più ampia diffusione dei programmi di screening. Nel sesso maschile si registrano circa 300 casi di tumori al seno ogni anno.
I tumori mammari rappresentano la neoplasia più frequentemente diagnosticata in qualsiasi fascia d’età del sesso femminile: il carcinoma mammario determina il 50% circa dei tumori della donna con meno di 50 anni, circa il 35% nella fascia d’età 50-69 e fino al 25% nelle donne più anziane. L’incidenza cresce all’aumentare dell’età, ed è una falsa credenza che le persone anziane si ammalino di meno o non si ammalino di carcinoma mammario. Il picco massimo di incidenza è nella fascia 55-70 anni, ma l’incidenza si mantiene molto alta anche successivamente per poi decrescere minimamente oltre gli 80-85 anni. Da questi dati si può dedurre che non c’è un limite di età per la prevenzione, ma sia nelle donne giovani che in quelle più anziane gli esami annuali di controllo come ecografia e mammografia sono fondamentali per una diagnosi precoce. Nelle donne anziane un ritardo diagnostico influenzerà probabilmente meno la sopravvivenza, ovvero la paziente morirà più probabilmente di altre cause, ma potrebbe essere determinante per la qualità di vita degli anni ancora da trascorrere. A qualsiasi età un tumore trovato in uno stadio precoce, soprattutto se di piccole dimensioni, solitamente può essere curato con terapie meno invasive ed in certi casi selezionati addirittura tenuto sotto controllo con la sola terapia ormonale.
Nonostante i progressi della diagnosi precoce radiologica e delle terapie chirurgiche, radioterapiche ed oncologiche, circa 12 mila donne muoiono ogni anno in Italia a causa del carcinoma della mammella, che rappresenta la prima causa di morte nel sesso femminile. La mortalità negli ultimi anni è calata del 5-6%, grazie soprattutto ai programmi di screening a terapie sempre più efficaci. Le donne che partecipano regolarmente a controlli periodici o a screening organizzati hanno il 30% in meno di probabilità di morire per carcinoma della mammella, e data la così elevata incidenza, si sta parlando di una chance da non farsi scappare.
Molte donne trattate per tumore al seno riescono a combattere e vincere la lotta contro questa neoplasia e la sopravvivenza globale a 5 anni in Italia e di circa l’88%: ovviamente grosse differenze ci saranno tra le pazienti con un tumore in stadio iniziale, ad esempio più piccolo di 14mm, o in donne che presentano metastasi linfonodali già alla prima diagnosi. Altri fattori fondamentali e determinanti la sopravvivenza sono l’istotipo tumorale e i fenotipi molecolari, ma su queste variabili né i medici né le pazienti hanno un controllo attivo se non in fase di cura. Solo la diagnosi precoce tramite controlli programmati può influire sulla grandezza e quindi lo stadio del tumore al momento della prima scoperta (concetto di anticipazione diagnostica). Nel nostro paese sono in vita 835 mila donne che hanno affrontato durante la loro esistenza la diagnosi di tumore al seno. Di tutte le donne con diagnosi di una qualsiasi neoplasia, quasi la metà di queste è rappresentata da pazienti con tumore al seno: il carcinoma mammario è una esperienza che direttamente o indirettamente dovrà essere affrontata da qualsiasi famiglia, quindi meglio conoscerlo e combatterlo il prima possibile!
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