Cura di sé e della propria schiena ai tempi del Coronavirus, consigli e pratiche per preservare salute fisica e psicologica durante la quarantena.

Dott. Bonetti
Si stima che circa il 5% della popolazione italiana abbia episodi di mal di schiena e, nell’arco della vita, almeno otto persone su dieci cascheranno in questo tipo di disagi. Parliamo di un problema di grande rilevanza e impatto sulla spesa sanitaria nazionale che, oggi più che mai, ci riguarda da vicino. La vita sedentaria alla quale siamo sottoposti durante questo periodo di isolamento dovuto alla pandemia da Covid 19 ci costringe a ingegnarci per fare attività fisica anche in spazi chiusi
Per mantenere tonica la muscolatura – prosegue Matteo Bonetti – specialmente quella paravertebrale per chi soffre di mal di schiena, di grande utilità sono gli esercizi basici di rieducazione posturale. Muoversi aiuta e di questi tempi serve attivare l’inventiva per fare quel che si può tra le mura di casa. Inoltre, ci sono alimenti che sono un vero toccasana per la salute: aloe e zenzero è un’accoppiata potentissima che elimina i veleni dalle cellule e attiva la capacità di autoguarigione, così come vitamina C e probiotici.
Il Dott. Bonetti si occupa di ozonoterapia ormai dal 1993: ne ha vissuta la storia, la crescita e le progressive ricerche, arrivando fino ad oggi.
L’ozonoterapia è utilizzabile anche in via sistemica, ovvero tramite una reinfusione di sangue venoso nell’organismo. L’ozono ha molti effetti benefici: al Policlinico Umberto I di Roma ne stanno testando l’efficacia sui primi pazienti. Con la dovuta cautela e considerando il pochissimo ammontare di dati finora a disposizione, qualche notizia positiva sembra che stia arrivando. Non vogliamo illudere nessuno e certamente ci sarà da aspettare: i passaggi burocratici e i protocolli sono molto lunghi, ma noi attendiamo fiduciosi.

Dott. Fabio Marchetti
La condizione di isolamento ci espone a un’attivazione emozionale molto complessa, composta da sensazioni quali paura, rabbia, tristezza ma anche gioia. La paura, che è sia mentale che somatica, è un’emozione primaria che non va cancellata perché ci permette di attivare una reazione adattativa di fronte a un pericolo imminente. Ciò che conta è non lasciarla tramutare in panico, che ci condurrebbe a una restrizione del nostro campo di coscienza favorendo processi di autoconservazione a discapito del bene della comunità. L’altra faccia del panico è la negazione del problema: un sistema di distress eccessivo produce un effetto negativo.
Si rintracciano anche sensazioni di rabbia, che andrebbe combattuta attraverso una forma di coesione verso un nemico comune, così come la tristezza, causata dalla lontananza dai nostri affetti generando una condizione esistenziale difficile. Ma c’è anche la gioia, intesa come rallentamento esistenziale di chi si sta godendo un tempo che non si è mai concesso. Le emozioni sono molteplici: è importante riuscire a governarle con equilibrio affinché non siano sregolate.
L’esercizio fisico è fondamentale anche per la mente, perché abbassa il livello di energia dalla testa al corpo, rilasciando sostanze che ci aiutano a combattere lo stress e aumentano il tono dell’umore. È importante organizzare il nostro tempo e riuscire a gestirlo dandoci obiettivi quotidiani per arrivare a fine giornata consapevoli di averle dato un senso. Prendiamoci cura di noi stessi per darci una struttura
identitaria che ci aiuti ad affrontare la quotidianità con un’altra energia. Infine, viviamo questa opportunità per ascoltare noi stessi, conoscerci e capire quali sensazioni emergono quando ci fermiamo. Il mio motto è ‘Ce la possiamo fare’: se ci mettiamo cuore, responsabilità e discussione, allora anche da un’esperienza di sofferenza è possibile rinascere.