Diabete e artriteDott. Giovanni Simonini25 Novembre 202025 visiteLa salute passa da noi0 Commenti25 visite 0 Nel 2016 i diabetici in Italia hanno raggiunto fino al 16,5% della popolazione, in una fascia di età superiore a 65 anni di età. La cosa che però sembra passare inosservata sono i risvolti negativi di questa malattia, si parla di problemi al cuore, reni, vasi sanguigni e occhi. Se sei affetto da diabete mellito di tipo 1 o 2, si riscontra una maggior incidenza di patologie osteoarticolari, ovvero le patologie come l’artrosi, rispetto alla popolazione sana. L’artrosi è una malattia considerata degenerativa, ovvero una malattia che inizia ma non si ferma e continua ad evolversi più o meno lentamente. Colpisce le articolazioni e le cartilagini, ovvero la membrana gelatinosa che avvolge le ossa si assottiglia sempre di più. Per farti capire meglio immagina il freno di una bicicletta: tra il cerchione e la morsa del freno c’è la gomma che ti permette di frenare tranquillamente e senza alcun rumore o fastidio, man mano che pedali e fai strada, ogni volta che freni, la gomma diminuisce sempre di più (questo ti aiuta a capire anche cosa significa degenerativa, è un processo che non puoi fermare, la gomma come la cartilagine non si ricrea da sola) ad un certo punto la gomma finisce, la morsa di metallo tocca il cerchione, la ruota stride e la bici non frena più. Lo stesso succede nel tuo corpo: la cartilagine si assottiglia, le ossa si avvicinano sempre di più e il dolore aumenta. Cosa fai quando non freni più? Compri dei gommini nuovi per poter frenare di nuovo, e lo stesso succede con la protesi, si sostituisce l’articolazione “consumata” e si può ricominciare a muoversi. Sembra che tutto questo non sia legato all’età o al sesso del paziente ma alla durata del diabete. La malattia osteoarticolare diabetica sembra derivare dal fatto che attraverso il diabete le cellule che fanno parte delle cartilagini, subiscano un’alterazione dell’ambiente in cui normalmente vivono perché si accumulano sostanze nocive che portano sofferenza cellulare. Il quadro clinico in questi casi è caratterizzato da disturbi alle ossa, alle articolazioni, ai tendini, ai muscoli. Con una visita accurata ed una terapia mirata l’intervento si può evitare, e una diagnosi precoce è estremamente importante per prevenire lo sviluppo di gravi ed irreversibili alterazioni a carico dell’apparato scheletrico.