“Siamo come una fotografia che per essere nitida ha bisogno di luci e ombre nella giusta misura”.
Ed è sulla giusta misura che vogliamo porre l’accento oggi, mentre parliamo di esposizione solare. 

Fin dall’antichità il sole è stato associato ad effetti benefici sulla salute, né è prova che la sfera d’azione di Apollo, divinità della luce, comprendeva anche la branca della medicina. Questi benefici impattano sull’organismo, inducendo alla sintesi di vitamina D e alla produzione di sostanze vasodilatanti favorendo l’abbassamento di pressione nei soggetti ipertesi. Inoltre, un’adeguata esposizione sembra apportare benefici su meccanismi di sazietà ed appetito.
Quando però la quantità di raggi UV alla quale ci esponiamo diviene eccessiva vi è il rischio di incorrere in lesioni cutanee, talvolta di natura maligna.
Ma procediamo con ordine:

La luce solare

Solo alcune delle radiazioni elettromagnetiche prodotte dal sole sono in grado di oltrepassare l’atmosfera terrestre ed arrivare a noi:

  • La luce visibile (radiazioni che siamo in grado di vedere)
  • I raggi infrarossi (raggi che non vediamo direttamente ma di cui sentiamo gli effetti nel calore, regolano infatti il clima terrestre)
  • I raggi ultravioletti (il 3% delle radiazioni che oltrepassano l’atmosfera)

Quelli su cui porremo la nostra attenzione sono i cosiddetti raggi UV perché, nonostante la loro minor quantità, sono quelli responsabili della tanto agognata abbronzatura e dei conseguenti danni. 

Benefici di una corretta esposizione solare

Sono numerosi i benefici correlati ad una corretta esposizione solare.
Nonostante non siano visibili, i raggi UV sono quelli che producono gli effetti più significativi.

Essi, infatti, sono in grado di stimolare la produzione di vitamina D, sostanza in grado di incidere in maniera significativa su ossa e metabolismo del calcio.
Anche la luce visibile si presta a generare numerosi benefici. Il miglioramento dell’umore e la regolazione del ciclo sonno-veglia con la conseguente diminuzione dello stress sono solo alcuni esempi di quanto detto. Sono ormai numerosi gli studi che confermano ciò.
A partire dagli anni 80 infatti è riconosciuto il cosiddetto “disturbo affettivo stagionale” un’alterazione psicofisica che concentra i sintomi depressivi, nei soggetti che vi sono affetti, nei mesi invernali, ovvero nei mesi in cui vi è una riduzione della luce diurna. 

È invece correlata alla produzione di melatonina, ormone che diminuisce lo stress e concilia il sonno, la sensazione di serenità direttamente imputabile all’esposizione solare.

Rischi di un’eccessiva esposizione solare

“Il troppo stroppia”. È questo che, fin dalla tenera età, ci è stato insegnato, quasi come fosse un mantra: gli eccessi finiscono sempre per essere dannosi. E anche in questo caso dobbiamo confermare tale teoria. 
Esporsi nelle ore più calde della giornata, senza un’adeguata protezione solare comporta dei seri rischi per la nostra salute.
Nonostante la pericolosità dei raggi ultravioletti vari a seconda delle caratteristiche e della sensibilità della pelle di ognuno di noi, il rischio non è mai del tutto annullato, anzi.
A partire da danni puramente estetici come lo sviluppo precoce delle rughe, a qualcosa di più grave come le ustioni di I e II grado e gli eritemi, senza adeguati accorgimenti si corre il rischio di incappare anche in lesioni cutanee di origine tumorale, tra cui abbiamo, tra le più conosciute, il melanoma. 

Come proteggersi dal sole?

Nonostante possa risultar ripetitivo, soprattutto ora che la bella stagione è alle porte, ricordiamo insieme quelli che sono i buoni comportamenti da seguire per un’abbronzatura senza effetti collaterali. 

  1. Usare sempre crema protettiva e dopo-sole (rinfresca la pelle ed aiuta a ridurre i radicali liberi);
  2. Preferire un’alimentazione ricca di frutta e verdura e tenersi costantemente idratati;
  3. Evitare l’esposizione nelle ore più centrali della giornata.