Dott. Moretti
L’isolamento forzato può portare molteplici rischi, sia per chi è abituato alla sedentarietà, che potrebbe acuire comportamenti scorretti, sia per chi normalmente svolge regolare attività sportiva, che potrebbe cedere alla sedentarietà.
Essendo consentita l’uscita in zone limitrofe della propria abitazione, l’ideale sarebbe raggiungere i 9.000/10.000 passi al giorno, alternandoli ad esercizi con pesi e attività di tipo aerobico , in modo da curare sia la parte muscolare, sia l’apparato cardiovascolare. Di vitale importanza, in questo periodo di immobilità, è anche la qualità dell’ alimentazione : è preferibile ridurre le kilocalorie, per lo più derivanti da carboidrati e lipidi, prediligendo cibi proteici, come frutta e verdura.
Esiste una precisa distinzione tra attività aerobica e anaerobica. Per aerobica si intende un’attività che fa lavorare l’apparato cardiovascolare e dà maggior beneficio per la prevenzione di malattie di tale natura; l’attività anaerobica, invece, risulta indicata per benefici articolari e per il consumo di kilocalorie. Quando vi sarà nuovamente la possibilità di farlo, consiglio di alternare attività fisica aerobica all’aperto ed esercizi in palestra: per il momento, in sostituzione, esistono i cosiddetti attrezzi simulatori, come i rulli per chi è amante del ciclismo o i tapis roulant per chi corre. Tuttavia, è bene ricordare di non improvvisarsi atleti sottoponendo il proprio corpo a sforzi a cui non è abituato, poiché potrebbero creare danni seri.

Chiara Carmeli
Lo yoga ha una forte componente spirituale ma non è una religione, al contrario dell’ideale comune occidentale. Durante la pratica dello yoga, l’obiettivo è quello di scoprire o riscoprire una parte di sé che prima non si conosceva, raggiungendo una consapevolezza interna che viene attuata proprio con tali pratiche. Ogni asana (o posizione) ha un determinato fine, mentre i mantra utilizzano il suono di voce, frasi o
melodie per richiamare a sé una forza o un’energia che abbiamo già dentro di noi.
La meditazione svolge un ruolo primario nello yoga: in Occidente tendiamo a collegarla all’atto del pensare mentre, in realtà, nella sua forma originaria è contemplazione, ovvero una forma molto più passiva.
Meditare significa interiorizzare i sensi ed estraniarsi per ricaricare le energie: essa ci riporta a quello che sentiamo e a quello che siamo, qui e ora. Un’altra componente estremamente importante è la respirazione, che è controllo ed espansione nella forza vitale del respiro: ritirandoci in noi stessi e ascoltando il respiro possiamo rallentare, abbassare lo stress e muovere la zona del diaframma che, in questo processo, troppo spesso viene dimenticato ed è invece di massima rilevanza, in quanto collegato a tanti altri muscoli.