“Industria”, “traffico”, “riscaldamento domestico”…
Queste sono le parole che, probabilmente, maggiormente saltano in mente se pensiamo alle cause dell’inquinamento atmosferico. Uno studio dell’Università di Urbino e dell’Università di Vienna conferma che, quando pensiamo a “inquinamento”, pensiamo a fattori sotto il controllo dell’attività umana.

Eppure, le sorgenti antropiche producono solo il 6% del particolato presente nell’aria che respiriamo.
Infatti, esistono molti altri fattori, fattori non imputabili all’attività umana, che hanno un impatto significativo e negativo sull’inquinamento dell’aria che respiriamo: processi chimici e fotochimici in atmosfera, le eruzioni vulcaniche, l’erosione terrestre e le particelle vegetali quali fibre naturali, pollini, spore. Sono tutti questi fattori che rappresentano il restante 94%.
Se le percentuali non mentono, qual è allora il motivo che ci porta a focalizzare la nostra attenzione e premura principalmente a fattori derivanti l’attività umana?
Oltre al fatto che questi ultimi siano elementi da noi controllabili, fattori sui quali possiamo effettivamente intervenire, il motivo fondamentale è uno: l’attività umana immette nell’aria una maggior quantità di una deteminata tipologia di particolato: quello ultrafine.
Per particolato ultrafine intendiamo una complessa miscela di sostanze organiche ed inorganiche dotate di intrinseca tossicità. Ed è oramai comprovato che questo sia uno degli agenti tra i più inquinanti e i più presenti nelle aree urbane, incidendo significativamente sulla salute umana.
Una recente revisione della letteratura scientifica ha infatti evidenziato che, le particelle ultrafini, a causa delle loro ridotte dimensioni (diametro inferiore a 1 µm), sono in grado di penetrare fino alle vie aeree più profonde, sfuggendo ai normali meccanismi di difesa polmonare.
Proprio per questo, sono numerosi i danni ad esse imputabili, e diversamente da ciò che si può pensare, non solo a carico dell’apparato respiratorio. Sono stati, infatti, riscontrati danni a lungo termina anche al sistema nervoso centrale e all’apparato cardio-circolatorio. 

La questione è più seria di quanto spesso se ne dica, i dati parlano chiaro: sono infatti 7 milioni le persone che ogni anno muoiono per l’inquinamento dei quali 2,9 milioni solo per il particolato e le polveri sottili.
Questi dati cosa ci vogliono dire?
Che è giusto sia il particolato ultrafine l’agente inquinante su cui dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Che sono proprio l’industria, il traffico e il riscaldamento domestico i fattori che maggiormente incidono sulla nostra salute. 

Preservare l’atmosfera e l’ambiente in cui viviamo è un nostro diritto e allo stesso tempo un nostro dovere.
Come diceva Mikhail Sergeevich Gorbachev “Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi ‘non sapevano’: accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata.”