Il reflusso gastroesofageoRedazione6 Maggio 202227 visiteLa salute passa da noi0 Commenti27 visite 0 Perché scendere a patti con l’acidità, rinunciando al benessere di una normale digestione? La dolorosa sensazione di bruciore a torace e gola che puntualmente si presenta dopo i pasti è ben nota alle persone che soffrono di reflusso gastro-esofageo. Sintomi tipici della patologia sono bruciore retrosternale, ovvero dietro il petto, rigurgito acido, pirosi (sensazione d’acidità) e cattivo sapore in bocca accompagnato da un’eccessiva salivazione. Condizione clinica complessa, il reflusso è causato da un malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore che determina un’anomala risalita di materiale acido proveniente dallo stomaco. Il reflusso è considerato “normale” dopo pasti particolarmente pesanti o ad alto contenuto acido, mentre sfocia nel patologico quando frequenza e gravità degli episodi diventano elevate. In questi casi occorre affidarsi ad un professionista che provvederà, dopo un consulto e se necessario degli esami d’approfondimento, alla prescrizione della cura più adeguata. Questo passaggio è di fondamentale importanza perché, se non trattata, questa patologia può arrivare, nei casi clinici più complessi, a provocare ulcere ed esofagiti. Senza particolari differenze tra sesso ed età, la malattia da reflusso è una condizione in costante aumento. Ma il benessere del nostro stomaco non è esente da altri fattori, alcuni apparentemente insoliti. Negli ultimi anni, infatti, differenti studi hanno evidenziato come in Oriente, la percentuale di persone affette da tale patologia sia drasticamente minore rispetto a Stati Uniti ed Europa. La causa la possiamo imputare alla diversa alimentazione. Perché sì, l’adozione di un’adeguata alimentazione è il primo passo che possiamo fare nella lotta all’acidità. Lotta che saremo in grado di vincere se, al fianco del trattamento farmacologico consigliato, prenderemo i seguenti accorgimenti: Riduzione, se necessario, della massa corporea; Evitare fumo; Evitare di coricarsi subito dopo i pasti; Seguire una dieta sana, ovvero una dieta caratterizzata dalla riduzione o abolizione di alimenti ricchi di grassi come cioccolata, menta, caffè, alcolici, pomodoro, agrumi, cibi fritti. Il nostro corpo è il tempio della nostra anima. Ne è prova che, in situazioni particolarmente stressanti o di ansia che minano il nostro benessere emotivo, fisico e relazionale, il funzionamento del nostro stomaco può risultare compromesso. Ma perché questo accade? Quando viviamo situazioni ad alto carico emotivo, il nostro cervello fatica a mandare chiari e lucidi segnali ai nervi, che conseguentemente smettono di svolgere le loro funzioni in maniera ottimale. Il nervo vago, decimo nervo encefalico, nel suo lungo percorso attraverso il corpo passa dal torace sino ad arrivare allo stomaco e poi all’intestino. In caso di malfunzionamento dello stesso, nel passaggio attraverso lo stomaco può quindi causare sintomi quali: nausea, gonfiori addominali e intestinali, acidità di stomaco. Ora che abbiamo capito quanto sia impegnativo ma soprattutto importante prenderci cura del nostro stomaco, il nostro armamentario è più affilato. Non abbiamo più scuse per ignorare il nostro stomaco e vincere la nostra battaglia!