L’HPV (human papilloma virus) è un virus a DNA che, se non trattato, può portare all’insorgenza di vari tipi di tumori, soprattutto nella cervice uterina nella donna.

Anche i maschi, però, possono trarre vantaggio dalla vaccinazione, perché questa può proteggerli da alcune delle infezioni provocate da HPV e da alcuni rari tumori correlati all’infezione, come quello del pene, dell’ano, e del cavo orale con faringe e laringe. Inoltre vaccinando anche la popolazione maschile si raggiungerebbe la cosiddetta “immunità di gregge”.

Viene trasmesso per via sessuale. Sono gli uomini, in generale, i portatori del virus e, di conseguenza, le donne che hanno rapporti non protetti con diversi partner hanno la maggiore probabilità di infettarsi e ne riportano gli effetti più gravi.

L’HPV può provocare infezioni, quasi sempre asintomatiche, in sede genitale (cervice uterina, vagina, vulva, ano, pene) ed extragenitale (cavità orale, faringe, laringe).

A livello di mucose infettate, il virus può determinare delle alterazioni cellulari in grado di evolvere negli anni successivi cellule tumorali. Alcune lesioni provocate dall’HPV vengono trattate con un intervento chirurgico. Non esistono cure mediche per questo tipo di infezioni. Queste ultime, però, possono essere prevenute attraverso la vaccinazione. Il vaccino che viene utilizzato oggi permette di acquisire la protezione da 9 ceppi di HPV. Sono compresi alcuni dei virus più a rischio di provocare lesioni pre-tumorali e tumorali.

Uno studio condotto in Australia ha dimostrato che dopo soli quattro anni dalla sua somministrazione vi è stata una riduzione dell’85% dei casi di condilomi. Per stabilire l’impatto della vaccinazioni sui casi di tumore, invece, bisognerà attendere qualche decennio, dato il lento sviluppo della malattia.

Il vaccino non provoca effetti collaterali significativi, è infatti al momento uno dei più sicuri. Nella maggior parte dei casi comporta solo lievi disturbi locali nel sito dell’iniezione e talvolta febbre, nausea, mal di testa e dolori articolari transitori.

L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha consigliato la vaccinazione di tutte le ragazze (dai 12 ai 26) e tutti i ragazzi (dai 13 ai 21) prima dell’inizio dell’attività sessuale, poiché il momento critico per il contagio è nell’adolescenza e nella prima giovinezza, anche se l’effetto mutageno del virus è lento, per cui i tumori compaiono anche diversi decenni dopo.

Nelle persone che hanno già compiuto 15 anni, le dosi di vaccino sono 3, e viene somministrato tramite una iniezione nel muscolo del braccio (deltoide). La seconda dose di vaccino viene ripetuta dopo 2 mesi dalla prima dose e si procede nuovamente dopo altri 4 mesi.

Se doveste avere altri dubbi in merito alla vaccinazione, l’equipe medica della Clinica Città di Brescia offre colloqui gratuiti da effettuare da solo/a oppure in coppia con il partner per chiarire ogni dubbio e per rispondere a tutte le domande.