La coxartrosi, o artrosi dell’anca, è considerata una malattia “riservata” alle persone anziane.

In realtà non deriva solo dall’essere anziano o da un’intensa attività fisica protratta negli anni, ma potrebbe essere anche la conseguenza a gravi traumi nei quali si riporta come danno la frattura-lussazione dell’anca.

La frattura-lussazione dell’anca è la rottura dell’osso del bacino e/o della testa del femore con perdita dei reciproci rapporti tra testa del femore e acetabolo che si possono verificare a seguito di incidenti della strada ma anche sportivi (sci, rugby, gare di moto o auto…)

Questo determina delle situazioni particolarmente invalidanti per il paziente (dolore cronico, zoppia, accorciamento dell’arto inferiore interessato, grave limitazione della capacità di deambulare di muovere l’anca affetta tanto da non riuscire a vestirsi autonomamente)

Ma la vera problematica su cui oggi voglio porre la mia attenzione, è relativa al fatto che questi pazienti, a seguito del trauma – non intendo solo il trauma fisico ma anche quello emotivo – tendono a protrarre la situazione di disagio provocata da queste situazioni.

Soprattutto i pazienti più giovani tendono, alterando di molto la loro qualità di vita, a preferire il bastone o la zoppia piuttosto che sottoporsi ad un intervento protesico.

Potrebbe essere che si sentano troppo giovani per sottoporsi ad un intervento protesico, o forse il trauma psicologico subito a seguito dell’incidente e all’intervento di osteosintesi, potrebbe portarli a non volersi sottoporre ad altri interventi chirurgici.

Insomma è molto difficile stabilire quale sia realmente la motivazione, fatto sta che preferiscono limitare la loro qualità di vita fino al momento in cui la situazione diventa insopportabile.

Quali sono i risvolti negativi se non si agisce in tempo?

Innanzitutto questi soggetti tendono a sviluppare molto velocemente una grave artrosi dell’anca che associata al trauma e ai precedenti interventi, rende molto più difficoltoso e complesso l’intervento di sostituzione protesica.

A differenza del “classico” intervento di sostituzione protesica di anca in assenza di traumi, in questi casi è necessario correggere anche l’alterazione anatomica causata dal trauma stesso.

A seguito di un trauma che presenta la frattura o la lussazione dell’anca, è necessario sottoporsi ad un intervento per ridurre e sintetizzare la frattura con mezzi di sintesi che possono essere viti o placche, forse la radiografia qui sotto può aiutarti a capire meglio.

Coxartrosi - Sport e salute
È un po’ come sistemare la falla di una nave con del nastro isolante, la falla è chiusa ma piano piano entra sempre un po’ di acqua.

Il problema è che l’acqua che entra, anche se molto poca, continuerà a rovinare lo scafo della nave fino a quando la riparazione sarà molto più difficoltosa. L’esempio è forse stupido e banale ma può riuscire a darti un quadro preciso della situazione.

Un paziente che ha subito la riduzione e sintetizzazione della frattura svilupperà sicuramente una coxartrosi.

Il problema è che potrebbe metterci anni prima che si avvertano i dolori. Quella che vedi qui sotto è un esempio di riduzione e sistematizzazione della frattura.

Coxartrosi - Sport e salute

Oltre a ciò l’intervento post frattura creerà necessariamente un’anomalia anatomica e se non si agisce subito, quando i dolori della coxartrosi busseranno alla tua porta sarà molto più difficile intervenire perché oltre a rimuovere viti e placche bisogna inserire la protesi in un contesto di anomalia anatomica.

Coxartrosi - Sport e salute

Il mio consiglio se hai subìto questo tipo di trauma è di rivolgerti al più presto da uno specialista per definire quale sia la situazione attuale e come sia meglio intervenire.