Tumori maligni e noduli/alterazioni benigne sono molto comuni all’interno del parenchima mammario. Oltre alla anamnesi (familiarità per patologia mammaria, precedenti operazioni chirurgiche, terapia ormonale, sintomi), alla visita e alla palpazione, che fanno parte della “visita senologica”, le tecniche di imaging e in particolare la mammografia sono di cruciale importanza per la individuazione e la diagnosi della patologia mammaria. La mammografia è una radiografia specifica per il seno che usa radiazioni ionizzanti per generare immagini della mammella. I suoi scopi principali sono l’individuazione di tumori mammari prima che siano sintomatici (mammografia di screening) e la diagnosi in pazienti che presentano sintomi (mammografia diagnostica o clinica). La finalità è quella di permettere un trattamento precoce dei tumori mammari, aumentare i tassi di sopravvivenza e ridurre la necessità di trattamenti aggressivi come la mastectomia (1). 

Mammografia di screening

Lo screening è eseguito periodicamente per trovare piccoli tumori prima che possano essere sospettati con l’auto-palpazione o la visita senologica. La mammografia di screening viene eseguita ogni 1, 2 o 3 anni dall’età di circa 40 anni fino ai 75 anni, a seconda dei programmi nazionali/regionali. Le linee guida europee suggeriscono almeno una mammografia di screening ogni 2 anni per tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 70 anno. In Lombardia lo screening viene effettuato ogni 2 anni nelle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni, mente le donne tra i 45 e i 50 anni sono invitate annualmente. Le donne con familiarità per carcinoma mammario dovrebbero sicuramente cominciare anche prima con esami periodici di imaging. 

La mammografia di screening è una procedura standardizzata che prevede l’acquisizione di 4 immagini (“proiezioni”), due per ogni mammella: la proiezione cranio-caudale e la obliqua medio-laterale. La mammografia viene eseguita da un tecnico di radiologia; le immagini sono solitamente valutate da due medici radiologi, indipendentemente e in tempi separati. Se entrambi giudicano la mammografia senza alterazioni sospette per malignità, la donna riceve una lettera a casa con il risultato. Se uno dei due radiologi o entrambi notano qualcosa di sospetto, la paziente viene richiamata per un esame aggiuntivo, che può essere composto da ulteriori proiezioni mammografiche, tomosintesi, ecografia, MRI, CESM o biopsie. Questa valutazione di “secondo livello” può risultare negativa e la paziente verrà invitata ancora a proseguire con lo screening, o se dovesse essere positiva per patologia tumorale la paziente verrà indirizzata alla breast-unit di riferimento per le cure del caso. 

Mammografia diagnostica 

La mammografia diagnostica è eseguita in pazienti che presentano sintomi clinici come massa palpabile, secrezione dal capezzolo, inspessimento della cute, retrazione del capezzolo, per diagnosticare o escludere la presenza di un tumore mammario. La mammografia viene eseguita da un tecnico di radiologia e subito valutata da un medico radiologo. Dopo le 4 mammografia standard, solitamente vengono acquisite proiezioni mammografiche aggiuntive, proiezioni in tomosintesi, e una visita senologica viene completata dall’ecografia mammaria. Se un nodulo solido o un’area sospetta vengono identificate, l’esame è completato da una biopsia sotto guida ecografica o mammografica. 

Una nota importante è che se sono presenti sintomi nonostante una recente mammografia di screening valutata negativa, sarà comunque indicata una valutazione radiologica completa. 

 

1. Sardanelli F, Fallenberg EM, Clauser P, Trimboli RM, Camps-Herrero J, Helbich TH, et al. Mammography: an update of the EUSOBI recommendations on information for women. Insights Imaging. 2017 Feb;8(1):11–8.