Poche persone nell’arco della loro vita non hanno mai riscontrato disturbi lombosacrali. Tali disturbi, a volte molto debilitanti, sono nella maggior parte dei casi di natura benigna, ma non vanno mai sottovalutati.

In casi fortunati la sintomatologia regredisce con il riposo, la terapia fisica e le cure farmacologiche. Nei casi più severi, quali lombosciatalgia e sciatica, refrattari ai trattamenti classici, si ricorre ad esami specifici risonanza magnetica nucleare o TAC che spesso evidenziano segni di degenerazione, protrusione o ernia del disco.

Il soggetto colpito da sciatalgia si rivolge al medico specialista che, alcune volte, consiglia trattamenti osteopatici.

La colonna vertebrale svolge una triplice azione di protezione, sostegno, movimento. Una semplice patologia discale può sconvolgere l’equilibrio precario di un individuo, su diversi piani funzionali.

Il disco intervertebrale unisce i corpi vertebrali permettendo loro movimenti nei tre piani dello spazio. La sua struttura deve essere quindi resistente ma nello stesso tempo elastica. Il nucleo polposo è una massa gelatinosa contenuta all’interno del disco, e può subire, insieme al disco intervertebrale, variazioni in base all’età.

Il disco lombare è il più spesso di tutta la colonna vertebrale. Tra la quinta vertebra lombare e la prima vertebra sacrale ha una forma a cuneo, per adattarsi all’angolazione della cerniera lombosacrale ed è due volte più spesso in avanti. L’ernia discale si definisce con l’espansione periferica del disco intervertebrale oltre ai suoi limiti anatomici.

Possiamo avere vari tipi di ernia: ernia contenuta, ernia protrusa, ernia espulsa con perdita di contatto con il legamento e il disco, ernia migrata ascendente o discendente, quando scivola lungo e corpo vertebrale. Secondo la sua posizione, in rapporto al canale vertebrale, l’ernia può essere mediana o paramediana. Il materiale discale erniato può venire in contatto con le strutture nervose o vascolari creando compressione al nervo e sacco durale.

Clinicamente, il paziente affetto da sciatica da ernia del disco può presentare uno o più sintomi quali dolore con eventuale posizione antalgica, segni di tipo sensitivo iperestesia o anestesia, segni motori tipo atrofia e areflessia o addirittura paralisi. Questi segni sono tutti riconducibili ad una affezione delle strutture nervose endocanalari.

La sciatica e la lombosciatalgia sono disturbi frequentemente trattati dagli osteopati. Ogni disfunzione che risulti da cause ambientali o da cause interne, si ripercuote a livello della struttura generale. L’ernia del disco può rappresentare un punto di partenza o di arrivo di una situazione disarmonica del soggetto.

Durante l’anamnesi l’osteopata, che non è un medico, chiederà al paziente informazioni necessarie al successivo trattamento antalgico. I test osteopatici e le conclusioni che il professionista metterà in atto serviranno per alleviare la sintomatologia dolorosa del sciatalgico. Normalizzazioni vertebrali, tecniche di rilassamento muscolare , somministrazione di esercizi antalgici e semplici consigli sul regime alimentare, contribuiranno a migliorare le condizioni generali del soggetto e a fornirgli mezzi per gestire in modo più efficace la convalescenza.

La presa in carico di un paziente con sintomatologie sciatiche non è compito di un singolo professionista ma coinvolge il medico il fisioterapista, l’osteopata ed altre figure; questo perché il dolore è sotto la dipendenza di numerosi meccanismi neurofisiologici dove intervengono situazioni di tipo qualitativo e quantitativo, dipendenti anche dallo stato psico-emotivo del paziente.

Posso concludere affermando che l’azione dell’osteopata non interviene esclusivamente sul fattore compressivo indotto dall’ernia ma coinvolge la totalità del soggetto dolorante, vista la complessità dell’essere umano.

I controlli clinici possono indicare una remissione del dolore, una ripresa della funzionalità, un ritorno alla normalità dei riflessi, della forza e della tonicità muscolare senza che l’osteopata debba intervenire direttamente sull’ernia stessa. L’ossigeno-ozono terapia ben si sposa con l’azione sinergica messa in atto da un’équipe di professionisti atta ad aiutare un paziente in difficoltà.